Theatrum Marcelli

120,00 

a cura di Paola Ciancio Rossetto e Giuseppina Pisani Sartorio

Anno Edizione: 2017
Collana/Rivista: Monumenti romani
Casa Editrice: ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI
Genere: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Descrizione: folio, cartonato, XVI-301 pp., 16 tavv. f.t + 3 pieghevoli
ISBN 978 88 7311 514 4

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Il volume sul teatro di Marcello costituisce l’analisi più recente e articolata del monumento a cura di un gruppo di studiosi specializzati nei singoli ambiti, che ha portato a significative interpretazioni e nuove acquisizioni, che danno della costruzione antica un profilo più ricco e innovativo, quanto a peculiarità, fasi e trasformazioni, che investono anche periodi più recenti. L’edificio è da ricollegare al progetto cesariano di un teatro di eccezionale grandezza ai piedi del Campidoglio, quale alternativa all’imponente complesso di Pompeo, e fu uno degli elementi chiave del programma augusteo di appropriarsi del Campo Marzio meridionale, ambito strategico nelle più importanti celebrazioni politico-religioso, quali i ludi secolari, le processioni trionfali, i funerali di stato.

Fu sicuramente un’opera grandiosa che si volle realizzare nel primo periodo del principato, a.C.; dedicato probabilmente nell’11 a.C. alla memoria del nipote e genero Marcello, destinato a succedergli, ma morto non ancora ventenne. È il più antico esempio, ancora ben visibile, di teatro di tipo romano, in cui cavea ed edificio scenico costituiscono un’unica struttura, elaborata secondo un progetto innovativo, in cui vengono coniugate esigenze funzionali e soluzioni architettoniche, caratterizzate da ricercatezza e qualità estetica. In particolare la presenza di gallerie semianulari interne ed esterne, alleggerendo e arricchendo gli spazi disponibili ha creato un sistema che facilita la percorribilità e l’accesso ai gradini della cavea per il pubblico secondo un ordine gerarchico, definito nella Lex Julia theatralis: vero prototipo di strutture specializzate, che non solo nei teatri, ma in tutti gli edifici per spettacoli ed eventi sportivi saranno adottate dall’età romana fino ai nostri giorni.

Di grande impatto risulta la facciata semicircolare, in cui i pilastri che sorreggono le arcate sono decorati da semicolonne, primo esempio ben conservato di ‘theatermotiv’ applicato ad un teatro, in cui sono sovrapposti ordine dorico, ionico e corinzio. Particolare era la decorazione delle chiavi d’arco con maschere colossali marmoree, i cui soggetti, relativi solo ai tre generi teatrali classici greci – tragedia, commedia, dramma satiresco – rispecchiano l’interesse specifico di Augusto nell’ambito delle rappresentazioni drammatiche.

Sono stati individuati il complesso scenico e l’area post scaenam, gli aditus maximi e i tribunalia, strutture poco note sul terreno, per la cui comprensione sono stati anche utilizzati dati desunti dai frammenti della Pianta Marmorea Severiana e dai disegni degli architetti rinascimentali. I numerosi frammenti marmorei pertinenti alla decorazione architettonica, scultorea ed epigrafica della frons scaenae ne hanno permesso la ricostruzione, dalla quale si evince in modo evidente la funzione di propaganda dell’imperatore e della sua famiglia.

In questo ambito la datazione dei materiali ha collaborato, insieme ad altri elementi emersi dall’analisi strutturale, a definire interventi cronologici, successivi all’epoca augustea, più quando nell’area post scaenam venne posta la splendida base di Ercole. Al di là di queste precisazioni e riconoscimento di fasi, l’elemento fondamentale è l’edificio stesso che ha significato il punto di arrivo di una tipologia che per più di un secolo si era andata elaborando e costituisce l’inizio della diffusione capillare, quasi esclusivamente nell’età di Augusto, degli edifici teatrali in tutto l’impero romano. Ma il teatro di Marcello ha avuto una lunga vita e subito vicende diverse: trasformato parzialmente, durante il medioevo, in struttura fortificata per la famiglia Savelli, poi in età rinascimentale in palazzo signorile ad opera di un architetto importante come Baldassarre Peruzzi, dal ‘700 divenne proprietà degli Orsini che apportarono varie modifiche al complesso, ormai poco visibile per la presenza di case e strutture di vario genere ad esso addossate attraverso i secoli.

La ‘liberazione’ del teatro e dell’area archeologica, attuata in varie fasi a partire dalla seconda metà dell’800, così come i restauri realizzati nel secolo scorso, hanno portato alla situazione attuale restituendo alla godibilità visiva e alla fruizione un monumento di grande impatto nell’area archeologica centrale di Roma.

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